Feste

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Figura in alto:

Illustrazione che rappresenta una Festa dei Folli in chiesa, tratta dall’opera di Léon Ménard Histoire civile, ecclésiastique, et littéraire de la ville de Nismes, pubblicata a Parigi nel 1750, tomo 3.
[Immagine: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:F%C3%AAte_des_fous_dans_ l%27%C3%A9glise_1752.jpg]

Figura in basso
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“Il Papa dei Folli”, illustrazione di Louis Boulanger per un’edizione de Notre-Dâme de Paris, di Victor Hugo, Parigi, 1878.
[Immagine: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Le_Roi_des_fous_par_Louis_ Boulanger_et_W._Finden, 1878.jpg]

Il Giorno degli Innocenti è una festa liturgica con cui la Chiesa celebra il ricordo dei bambini fatti uccidere da Erode nel tentativo di eliminare il pericolo rappresentato dal piccolo Gesù e venne fissata al 28 Dicembre fin dal V-VI secolo.
Particolarmente in Spagna, questa festività è ancora oggi occasione di comportamenti “carnevaleschi”, e di finte battaglie con lanci di farina e uova.
Questi costumi sono le ultime sopravvivenze delle “feste dei Folli”, ampiamente diffuse nel Medioevo nel mese di Dicembre, che spesso comportavano una vera e propria parodia di un “mondo alla rovescia”. A Burgos è rimasta ancora oggi la tradizione dell’elezione dell’Obispillo (il “piccolo vescovo”), che tradizionalmente veniva eletto il giorno di San Nicola, il 6 Dicembre, e rimaneva in carica fino agli Innocenti. In altre regioni d’Europa si eleggeva un “vescovo dei folli” (Victor Hugo descrive nel suo romanzo su Parigi medioevale l’elezione del “papa dei folli”) o addirittura un asino veniva abbigliato da re o da vescovo e portato solennemente in chiesa, dove venivano celebrate cerimonie che contemplavano elementi pre-cristiani che continuavano a permanere nella mentalità comune. I Folli, che secondo le credenze popolari avevano poteri di preveggenza e di comunicazione con il divino, diventavano assieme agli animali a loro contigui, gli intermediari con il sacro, sostituendo l’ufficio sacerdotale.
L’equiparazione tra bambini e folli è un tratto comune nella cultura medioevale e, dal momento che sia il folle che il bambino si avvicinano al mistico, proprio per la loro “innocenza”, cioè spontanea e ingenua apertura, le feste in loro onore, per quanto fonte di disagio, erano comunque viste con una certa indulgenza e tolleranza anche dalle gerarchie ecclesiastiche (Cardini 1995, p.201). I bambini inoltre rappresentano le nuove generazioni, il rinnovamento, così come lo stesso Gesù Bambino rappresentava anche il nuovo anno che riprendeva vita. Non è perciò un caso se tutto il periodo che si svolge intorno al Natale sia associato particolarmente ai bambini e San Nicola, che venne inserito in questo complesso rituale, assunse gradualmente le funzioni di benevolo portatore di doni, aprendo la strada al personaggio moderno di Babbo Natale (Santa Claus)


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