Il  trickster (“imbroglione”, “briccone”) è un personaggio mitico che si ritrova  nelle tradizioni di quasi tutti i popoli nativi delle Americhe. Sebbene il suo  nome e le sue caratteristiche varino da una cultura all’altra, una serie di  tratti distintivi sono comuni a tutte le diverse varianti di questa figura. 
        Le  storie del trickster sono una curiosa mescolanza di elementi comici, scherzosi,  paradossali, a volte anche grossolani e scurrili, con elementi culturalmente  rilevanti e permeati di sacralità, come le origini del mondo e di alcune  caratteristiche del paesaggio, la fondazione di importanti istituzioni,  pratiche rituali e insegnamenti religiosi. Tali storie provocano il riso,  mostrano le debolezze e le bassezze umane, ma consentono anche di poter  accedere a una visione diversa, alternativa sulla realtà, mostrano la natura  convenzionale e arbitraria di molte abitudini sociali e cognitive e prospettano  la possibilità di osservare quello che normalmente non viene visto o rimane al  di fuori dell’esperienza ordinaria. 
        Il  personaggio si presenta spesso come privo di controllo e di disciplina,  incapace di tenere a freno gli impulsi più immediati, quello alimentare come  quello sessuale. La sua voracità è smisurata, così come la sua incontinenza  sessuale. Tuttavia, spesso l’una e l’altra vengono drasticamente frustrate e il  personaggio rimane a bocca asciutta o viene a sua volta ingannato da qualche interlocutore  più astuto di lui. Tale incontenibile appetito sessuale viene rappresentato in  molti racconti mostrando il trickster come fornito di un organo sessuale di  enormi dimensioni, tanto da costituire un serio impedimento nello spostarsi e  nel condurre le attività quotidiane. Nel suo desiderio di unirsi sessualmente,  in alcuni racconti fa in modo che il suo lunghissimo pene attraversi un fiume  per congiungersi con una donna che si trova sull’altra riva. Altrove cerca di  unirsi con la propria figlia, fingendo di essere morto e tornando sotto mentite  spoglie come pretendente. 
       
      
        
            | 
        
        
            
             Veduta del sito di British Block Cairn, Alberta, Canada, con in primo piano una grande figura umana realizzata con un allineamento di ciottoli che è stata interpretata come una raffigurazione di Old Man ("Il Vecchio"), il Trickster dei Blackfoot. Gli archeologi ritengono che questo monumento risalga al 1400 circa dell'era cristiana.  | 
        
      
       
      
        Tra  i popoli di lingua algonchina del Nord-Est, il trickster assume spesso  l’aspetto del coniglio, animale caratterizzato per la sua velocità e astuzia,  ma anche per la sua prolificità. Una femmina infatti può partorire tre o  quattro volte l’anno, dando alla luce fino a 35 piccoli in un anno. 
       
      
        
            | 
        
        
            
            Pittura rupestre in cui viene rappresentata una figura zoo-antropomorfa con corpo umano e la testa e le orecchie di coniglio, identificabile con Nanabush, il Trickster degli Ojibwa (Mazinaw Rock, Ontario, Canada)  | 
        
      
       
      
        Secondo  l’antropologo Paul Radin, che fu il primo a far conoscere questo personaggio  della tradizione amerindiana, “esso impersona la vaga memoria di un passato  arcaico e primordiale, quando non esistevano ancora nette differenze tra il  divino e il non-divino. La sua fame, la sua brama sessuale, i suoi  vagabondaggi, tutto ciò non appartiene né agli dei né all’uomo. Questi tratti  appartengono a un altro regno, materialmente e spiritualmente, e questo è il  motivo per cui né gli dei né l’uomo sanno precisamente che farsene” (Radin  1956: p. 168). Dal punto di vista logico, la figura del trickster è un coacervo  di contraddizioni e di incongruenze, ma è proprio questa sua natura che lo  rende così importante dal punto di vista delle culture native. 
        “Realtà  invisibili, creazione, trasformazione, trasgressione e compassione sono  argomenti che vengono esplorati in tutte le grandi tradizioni religiose. I trickster  nativi stanno al centro di tutte queste nobili astrazioni, sollevando il riso,  ricordando così a ciascuno che l’umorismo è una cosa sacra” (Meland 2005: p.  1125).
       
      
        
          
              | 
          
          
              
              Lo scoglio chiamato attualmente Devil's Chair ("Sedia del Diavolo") presso le rive del Lago Superiore, che gli Ojibwa ritenevano il luogo dove si era seduto a riposare Nanabush, il Trickster, nel corso delle sue avventure  |