Le Porte dell'anno. Indiani d'America
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I DANZATORI FOLLI

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folle  

 

Tra i protagonisti della Cerimonia d’Inverno dei Kwakiutl compare il “Danzatore Folle” (nulmal), che si distingue per un comportamento particolarmente violento: lancia pietre contro gli spettatori, rompe o distrugge qualsiasi oggetto gli capiti a tiro, in una vera esplosione di furia distruttiva e incontrollata. Ma, d’altra parte, i Danzatori Folli sono anche considerati come i custodi del buon andamento della cerimonia e sono incaricati di punire coloro che in qualche modo offendono, con un comportamento scorretto, il Danzatore Cannibale (hamatsa).

 

 

 

 

 

 

Danzatore mascherato dei Kwakiutl che impersona il Folle (Nulmal) (Foto di E. S. Curtis, 1915)

     

 

Il danzatore nulmal è iniziato da esseri spirituali misteriosi, chiamati atlasemk, che abitano un’isola galleggiante sulle acque di un lago, nel profondo della foresta. Colui che è stato iniziato da questi esseri ritorna dalla foresta in uno stato di vera e propria “pazzia”. Il comportamento essenzialmente “anti-sociale” del nulmal è descritto con grande vivacità nel racconto leggendario della prima iniziazione di un uomo da parte degli atlasemk. Costui ritornò al villaggio esausto e “pazzo” dopo il periodo di permanenza nella foresta: dal suo naso colava una gran quantità di muco, che egli inghiottiva e si spalmava sul corpo; urinava e defecava in casa e solo dopo un certo tempo si riuscì a ricondurlo a un comportamento normale (Boas 1897: p. 468-69). Il grande naso umido è una caratteristica infatti delle maschere indossate dai danzatori nulmal, le quali mostrano talvolta un naso prominente, talaltra un naso schiacciato, che ricorda un muso animale, forse per rappresentare le caratteristiche mostruose degli  atlasemk. La sporcizia e la trasandatezza sono da ricollegarsi alla loro follia distruttiva, in quanto sono modalità di comportamento che contrastano con le norme e i costumi che reggono la vita sociale ordinaria (Comba 1992: p. 121-125).

 

Nulmal   Nulmal

 

Maschera Kwakiutl di Nulmal dal lungo naso (Museum of Anthropology, University of British Columbia, Vancouver, Canada)

 

 

Maschera Kwakiutl di Nulmal con il naso schiacciato (Ethnologisches Museum, Berlin)

 

Il lungo naso è un tratto caratteristico di molte maschere dai tratti riconducibili alla “follia” o a un comportamento smodato e sregolato, che compare sia nel mondo americano quanto nelle mascherate popolari dell’Europa. E’ possibile che questo elemento possa essere visto come un simbolismo di tipo fallico, che richiamerebbe quindi il concetto di fecondità e di capacità generativa. Questo potrebbe essere confermato da un racconto, ampiamente diffuso nel Nord America indigeno, che racconta di un bambino nato dal muco nasale. In una variante tra le più diffuse, una donna addolorata per la scomparsa della sua bambina, rapita da una Donna Cannibale, piange incessantemente e dal suo naso cola a terra del muco, il quale comincia a prendere forma e si tramuta in un bambino, che cresce in modo miracoloso e sarà destinato a divenire un grande eroe (Thompson 1929: 10-191).

 

 

 

Anche nel rituale delle Facce False tra gli Irochesi si trovano momenti di euforia clownesca e "selvaggia", come evidenziato in questa immagine ripresa nel 1941 nella comunità di Coldspring, New York (Fenton 1987)

 

 

Maschera irochese chiamata "Lungo naso",che impersona un clown cannibale che vive nelle foreste. questa maschera veniva utilizzata anche come spauracchio per i bambini indocili (collezione privata)


 

 

 
 
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