Le Porte dell'anno. Indiani d'America
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LA DONNA DEL CANNIBALE

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donna kwakiutl

Nel corso della Cerimonia d’Inverno dei Kwakiutl, quando l’iniziato Cannibale (hamatsa) si appresta a rientrare dal suo soggiorno nella foresta, i membri della Società cerimoniale delle Foche, accompagnati dalla gente del villaggio, si recano incontro al nuovo Cannibale, cantando e cercando di indurlo a ritornare al villaggio e ad entrare nella casa delle cerimonie. L’iniziato, ancora dominato dalla furia “selvaggia” che caratterizza il mondo della foresta, dal quale non si è ancora staccato, tenta in vari modi di sfuggire ai suoi inseguitori, mentre un gruppo di assistenti cerca di ammansire l’iniziato con canti e facendo risuonare i sonagli.
Ad un tratto compare la figura della kenqalalela, la compagna femminile dell’iniziato Cannibale, che intonando il suo canto si pone di fronte a lui, completamente nuda, e, camminando all’indietro, attira lentamente l’iniziato entro la casa delle cerimonie dove si svolgerà la parte conclusiva della cerimonia.
La funzione di questo personaggio femminile non sembra risiedere nel suo potere di attrazione sessuale, dal momento che spesso questo ruolo era svolto da una parente dell’iniziato, una donna quindi con la quale era proibito avere relazioni sessuali. I canti che venivano intonati dalla donna sembrano piuttosto dare risalto al suo potere di pacificazione e di acquietamento rispetto alla furia da cui il Cannibale è ancora parzialmente dominato.

Ritratto di giovane donna Kwakiutl (foto di E. S. Curtis, 1915)

 

 

 

Il canto della donna dell'iniziato Cannibale:

“Yiya ham yiyaha. Io sono la vera ammansitrice di Baxbakwakanusiwe [lo Spirito Cannibale]
Yiya ham yiyaha. Io strappo la corteccia di cedro rosso dalla schiena di  Baxbakwakanusiwe”

Mentre un altro canto dice esplicitamente: “È in mio potere di pacificarti, quando sei in stato di estasi” (Boas 1897, p. 527).

 

 

La frenesia che pervade il danzatore Cannibale ha le caratteristiche di una furia guerriera, distruttrice e incontrollabile. A questa forza di distruzione, la kenqalalela oppone una forza di carattere opposto, che si manifesta quando ella mostra il suo corpo, ossia mostra la sua femminilità. La forza generativa, creatrice di vita, si contrappone così alla forza portatrice di morte ed è in grado di neutralizzarla e consentire al processo di acquietamento del Cannibale di iniziare. Le coppie di opposti potere creativo/potere distruttivo, donna/guerriero, vita/morte vengono in tal modo a sovrapporsi, costituendo una complessa intelaiatura di connessioni simboliche, sulla quale poggia l’intero apparato rituale della Cerimonia d’Inverno (Comba 1992: p. 174-175).

 

 

 

 

Ritratto di donna Kwakiutl in costume cerimoniale durante un potlatch, distribuzione rituale di doni e cibi.

  donna Kwakiutl

 

 


 
 
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