Le Porte dell'anno. Indiani d'America
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UCCELLO DEL TUONO

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Per molti popoli nativi nord-americani il tuono era prodotto da un essere misterioso, rappresentato come un grande uccello che si muoveva nelle nuvole della tempesta producendo il rumore del tuono con il battere delle ali e che sprigionava il fulmine dai suoi occhi. Per i Lakota lo Spirito del Tuono prendeva il nome di Wakinyan, che letteralmente significa “essere sacro fornito di ali” ed era descritto, nelle antiche testimonianze, come un’entità dalle caratteristiche terrifiche e paradossali:  unico e molteplice al tempo stesso, non ha piedi ma enormi talloni, non ha testa ma un enorme becco, fornito di denti come quelli di un lupo, ha un occhio solo il cui sguardo produce la folgore, nel suo nido c’è sempre un uovo dal quale escono i suoi piccoli, che l’uccello divora immediatamente (Comba 1999: 207). Si tratta di immagini che producono consapevolmente un senso di incoerenza e di contraddizione: “Wakinyan è l’esatto opposto di tutto ciò che esiste in natura. Egli si compiace delle opposizioni e dei contrasti” (Walker 1983: p. 214).


uccello del Tuono

 

Borsa decorata con immagini dell'Uccello del Tuono, proveniente dall'area delle foreste nord-orientali (Peabody Museum of Archaeology and Ethnology, Cambridge, Massachusetts)

 

 

 

Tra i popoli algonchini l’Uccello del Tuono è il rappresentante del mondo superiore ed è in continua lotta contro gli esseri del mondo delle acque, i mostri acquatici. Questa lotta è il simbolo del cosmo, così come viene descritto in queste culture, dove lo spazio dell’uomo si configura come una sorta di “terra di mezzo” tra il mondo celeste e il mondo sotterraneo, entrambi popolati da esseri potenti e temibili. Tra gli Arapaho, anch’essi di lingua algonchina, delle Grandi Pianure l’Uccello del Tuono rappresenta la stagione estiva, che si manifesta con l’arrivo dei primi tuoni che portano la pioggia benefica, ed è in lotta perenne contro l’essere che rappresenta il potere dell’inverno, la Donna Gufo Bianco, che prende l’aspetto di quell’animale che compare solo quando il terreno è coperto di neve, il “gufo delle nevi” (Bubo scandiacus) dal candido piumaggio.

 

 
 
 

 

Facciata di una casa dipinta nel villaggio di Alert Bay (British Columbia), che raffigura un Uccello del Tuono che cattura una balena (Foto E. Comba)

 

 

Tra i Lakota, colui che aveva ottenuto una visione dall’Uccello del Tuono diveniva un heyoka, un buffone cerimoniale, che parlava dicendo l’opposto di quello che intendeva comunicare e che si comportava in modi contrari alle norme e alla logica del senso comune. Il comportamento dell’heyoka rivela la relazione di un individuo con il potere spirituale che incarna gli aspetti più sconcertanti e contraddittori dell’universo, che produce una sorta di invasamento, di “follia”, che si traduce in un comportamento che separa quell’individuo dalla condizione ordinaria dell’essere umano. Il Tuono era inoltre connesso con la guerra, in quanto lo scatenarsi imponente e violento della tempesta era considerato come il temporaneo sconvolgimento dell’ordine cosmico ad opera di un’entità potente e misteriosa. Nell’ambito umano, lo scontro violento tra gruppi era considerato come l’equivalente microcosmico del potere della tempesta e i guerrieri cercavano pertanto di rendersi favorevoli i poteri del fulmine e del tuono per poterli impiegare a danno dei propri nemici.  

 
  palo totemico con Uccello del Tuono  
 

 

Palo totemico nel cimitero di Alert Bay (British Columbia), che raffigura nella parte superiore un Uccello del Tuono, che sormonta l'immagine della Dzonokwa, la Donna Selvaggia dei Boschi (Foto E. Comba)

 

 
 
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