Simboli Maschili

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Statua in marmo di Giove, proveniente da Smirne, sulla costa anatolica (attuale Turchia) e risalente al 250 d.C. circa, conservato presso il Museo del Louvre. Il dio romano Iuppiter, italianizzato in Giove, è rappresentato secondo il modello iconografico dello Zeus greco. Durante il periodo imperiale, infatti, le divinità dei Romani vennero identificate con le divinità greche con le quali condividevano un certo numero di tratti, e in tal modo ne acquisirono l’iconografia, le caratteristiche e gli attributi mitologici. Gli dei romani erano in origine privi di quella ricchezza mitologica che caratterizzava gli dei dell’Olimpo ed erano venerati per lo più in forma aniconica, presso boschi, sorgenti o cime dei monti. A conferma di ciò si può richiamare l’affermazione di Varrone, secondo il quale “per più di centosettant’ anni i romani hanno venerato i loro dei senza statue. Se questa usanza avesse prevalso, gli dei sarebbero onorati in modo più puro” (Agostino, Città di Dio, 4,31).
Il nome Iuppiter deriva dall’indoeuropeo *dyeu- (cielo luminoso), con l’aggiunta dell’appellativo pater (padre), e ha il significato di dio che si manifesta con la luce celeste. Iuppiter era considerato da tutti gli abitanti del Lazio antico come divinità comune, venerato sulla sommità dei Colli Albani, presso la città di Alba Longa, dove ogni anno si svolgevano celebrazioni in suo onore, denominate Feriae latinae. A Roma il dio rivestì sempre il ruolo di divinità suprema, signore dei fenomeni meteorici (come Iuppiter tonans o fulgor), e costituì la figura centrale nell’antica triade divina, insieme con Marte e Quirino. Solo dopo la sua identificazione con lo Zeus greco, Iuppiter assunse connotazioni esplicitamente antropomorfe e personali. Il suo culto era affidato al Flamen Dialis, il più importante sacerdote dell’antica Roma. Durante l’epoca storica il suo titolo ufficiale fu quello di Iuppiter Optimus Maximus con il quale era venerato nel suo tempio sul Campidoglio.

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Immagine: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Jupiter_Smyrna_Louvre_Ma13.jpg]