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Statua in terracotta della dea Angizia in trono, III- II secolo a.C., ritrovata a Luco dei Marsi (AQ) e conservata presso il Museo Archeologico Nazionale “La Civitella” di Chieti. Angizia era una divinità venerata soprattutto dai Marsi, antica popolazione italica che abitava la regione intorno al lago Fucino, nell’attuale Abruzzo. Il nome della dea è connesso con il termine latino anguis (“serpente”) e infatti sembra che il suo culto implicasse rituali di guarigione che includevano la cura dai morsi di serpente. I Marsi godevano fama di esperti delle arti magiche. Virgilio descrive infatti il sacerdote marso Umbrone come capace di addormentare i serpenti con il proprio canto e di guarirne il morso (Eneide, VII, 750-755) mentre Silio Italico attribuisce la stessa arte curativa ai guerrieri Marsi (Silio Italico, Punica, VIII, 495-498). Quest’arte era stata loro insegnata dalla stessa Angizia, dalla quale i Marsi avrebbero appreso “per prima le erbe magiche, e a placare toccandoli gli animali velenosi, a tirare giù dal cielo la luna, ad arrestare i fiumi con fischi incantati e a spogliare le montagne chiamando giù le foreste” (Silio Italico, Punica, VIII, 499-501). Secondo una tradizione mitologica, Angizia era figlia del re della Colchide e sorella di Medea e di Circe, figure famose nella mitologia greca per la loro conoscenza delle arti magiche (Servio, Commento all’Eneide , VII, 759). Il luogo di culto della dea era un bosco sacro (Lucus Angitiae), il cui nome compare ancora in quello del paese di Luco dei Marsi, dove gli scavi hanno messo in luce i resti di un tempio di età augustea. Nel paese di Cocullo, in provincia dell’Aquila, sopravvive a tutt’oggi la festa dei serpari, nel corso della quale la statua di S. Domenico viene portata in processione ricoperta di serpenti vivi.

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Immagine: http://www.antika.it/0015313_celano-aq-ritornano-le-dee-di-luco-dei-marsi.html]