Simboli Femminili

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Rilievo marmoreo sul lato orientale dell’Ara Pacis (Roma), monumento dedicato da Augusto alla Dea della Pace nell’anno 9 a.C. Al centro della scena compare la dea della Terra,Tellus, affiancata dalle personificazioni dei venti di terra e di mare, a testimonianza della pace stabilita dal regno di Augusto e concepita come estesa sulla terra e sul mare. La figura di Tellus costituisce probabilmente un’antichissima forma di divinità, che personificava la fecondità della terra e la forza generatrice femminile, come testimoniato dai due fanciulli che la dea tiene tra le braccia. In onore di Tellus si celebravano, il 15 aprile, le feste religiose chiamate Fordicidia, dal termine forda che indicava una vacca gravida. Infatti il momento centrale della celebrazione consisteva nel sacrificio di quest’animale alla dea. Questa festa si inserisce in un ciclo di celebrazioni che avevano lo scopo di propiziare la fertilità dei raccolti e degli animali. Infatti i Fordicidia erano seguiti, il 19 aprile, dai Cerialia, festa dedicata alla crescita dei cereali, e il 21 aprile dai Parilia, cerimonia volta a favorire la fecondità delle greggi e la protezione dei pastori. A dimostrazione di questa continuità vi è il rituale con cui gli embrioni dei vitelli venivano estratti dagli animali sacrificati e bruciati dalle vestali durante i Fordicidia. Le ceneri poi erano conservate per sei giorni e, il 21 aprile, venivano mescolate con sangue essiccato di cavallo e altri ingredienti e impiegate nel rito di purificazione dei Parilia. Così Ovidio descrive i Fordicidia:

“Ora il bestiame è pregno e pregna di semi è anche la terra: e vittime gravide si offrono alla gravida Terra. Parte sono abbattute nella rocca di Giove; trenta vacche nelle sale di riunione tutte allagate di sangue. Ma appena i sacerdoti hanno estratto i feti dei vitelli dal ventre, e posto le viscere tagliate sui focolari fumanti, la Vestale più anziana brucia nel fuoco i vitelli, affinché quella cenere purifichi il popolo nel giorno di Pale [Parilia]”(Fasti, IV, 633-640).

Il poeta attribuisce inoltre l’origine del rituale al re Numa Pompilio, il quale, in tempi di infertilità della terra e degli animali, ottenne un responso in sogno dal dio Fauno che gli suggeriva di compiere il sacrificio di un animale che contenesse due vite. In questo modo:

“si offrono le viscere d’una vacca gravida, e l’anno diventa più fecondo, e la terra e le mandrie si fanno fruttuose” (Fasti, IV, 671-672).

[Immagine: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ara_pacis_fregio_lato_ nord2_saturnia_tellus.jpg]