Cicli Stagionali

Back

I Matralia

Statua in tufo proveniente dal tempio di Mater Matuta ritrovato in prossimità dell’antica Capua, risalente al VI secolo a.C. e attualmente conservata presso il Museo Provinciale Campano di Capua. In questa località sono state ritrovate diverse statue di madri che tenevano in braccio numerosi bambini (come quella illustrata in figura), probabilmente ex-voto offerti dalle donne per ringraziare la dea del dono della maternità. Mater Matuta era un’antica divinità italica dell’aurora (matuta come radice di matutinus) e, per affinità, delle nascite. L’11 giugno venivano celebrati in suo onore i Matralia, una festa che si svolgeva nel Foro Boario, durante la quale le matrone invocavano la dea affinché proteggesse i bambini della propria famiglia. In quest’occasione una schiava veniva inoltre cacciata ritualmente a percosse dal tempio. Questo episodio può essere interpretato come la cacciata del vecchio semestre, la parte dell’anno che si concludeva con il solstizio di giugno. Il mese di giugno infatti cominciava con la festa dedicata a Carna, una ninfa che si era unita al dio Giano, e che viene chiamata da Ovidio “la dea del Cardine” (Fasti, VI, 101). Carna può essere quindi interpretata come il cardine della porta su cui gira l’anno, il quale, con giugno, chiude un primo periodo di sei mesi, segnalato nel calendario romano da una divisione in due parti: da gennaio a giugno i nomi dei mesi traevano origine da divinità o da azioni rituali, mentre da luglio (chiamato anticamente Quintilis) a dicembre i mesi erano numerati, a partire dalla loro distanza da marzo. Questo mese infatti costituiva, per i Romani, il vero inizio del nuovo anno, dopo un periodo di transizione che vedeva il suo inizio con le calende di gennaio.
Il mese di giugno prendeva il suo nome dalla dea Giunone (Iuno) ed era considerato particolarmente propizio per i matrimoni. La dea Giunone può essere considerata la personificazione della potenzialità generativa e della femminilità e il suo intervento veniva invocato in particolare dalle partorienti, con l’appellativo di Iuno Lucina. Il suo epiteto di Moneta (“Ammonitrice”) è fatto derivare da Sabbatucci (1988, p.191) da una radice indo-europea che significa “luna”, “lunazione”. La luna era alla base del calcolo del tempo, che si basava sulle fasi lunari per stabilire l’inizio del mese, ma era anche collegata alle mestruazioni e alla femminilità.

[Immagine: http://www.materparade.it/mater-matuta/]