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Rilievo in marmo appartenente a un altare dedicato a Marte e Venere durante l’impero di Traiano (98-117 d.C.), ritrovato nel Piazzale delle Corporazioni di Ostia Antica e attualmente esposto al Museo Nazionale Romano – Palazzo Massimo alle Terme. La scena raffigura il Lupercale, la grotta nella quale i gemelli Romolo e Remo furono allevati da una lupa. Secondo la tradizione i gemelli erano figli di Rea Silvia, vergine vestale che era stata ingravidata dal dio Marte. Essendo venuta meno al voto di castità, la donna venne imprigionata e i bambini abbandonati sulle acque del Tevere. Il cesto in cui erano stati deposti i piccoli si arenò presso la riva dove sorgeva il Fico Ruminale, un antico albero che esisteva ancora ai tempi di Tito Livio (Storia di Roma, I, 4). Una lupa si avvicinò attratta dai vagiti e allattò e leccò fin da subito i due bambini. Questi vennero poi trovati da un pastore, Faustolo, dal nome beneaugurate, che li portò presso la sua dimora affidandoli alla moglie, Acca Larenzia. La donna, di cui si diceva che avesse altri dodici figli, era probabilmente un’antica divinità italica, protettrice della fertilità dei campi e dello scorrere delle stagioni.

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Immagine: http://en.wikipedia.org/wiki/Mars_%28mythology%29]