Le Porte dell'anno. Indiani d'America
HOME < riti stagionali

LE FACCE FALSE

BACK

Con il termine di “Facce False” (False Faces) si designano nelle comunità irochesi i membri di alcune società cerimoniali, i quali durante la celebrazione di rituali, specialmente in occasione della Cerimonia d’Inverno, indossano maschere e conducono azioni purificatorie e terapeutiche. Nella lingua dei Seneca, una delle nazioni che componevano la Confederazione degli Irochesi, la maschera è designata dalla parola gagóhsa, che significa semplicemente “faccia” (Fenton 1987: p. 27).

 

Faccia Falsa   Faccia Falsa

 

Il più antico esemplare di maschera delle Facce False, raccolto nel 1850 dall'antropologo Lewis Henry Morgan (New York State Museum, Albany)

 

 

 

 

Maschera delle Facce False , che presenta l'insolita caratteristica di avere il volto diviso in due parti, colorate di rosso e di nero. Normalmente queste maschere si presentano o di colore nero o di colore rosso (United States National Museum, Smithsonian Institution, Washington, D. C.)

 

 

Le Facce False sono personificazioni di esseri mitici che vivono in regioni selvagge e isolate, ai margini del mondo conosciuto, sulle montagne o che vagano nelle foreste; entità che sono comuni alla maggior parte delle popolazioni amerindiane. Numerosi racconti parlano di cacciatori che, penetrando nell’interno delle regioni boscose, si trovano improvvisamente di fronte a strani esseri, dall’aspetto semi-umano, che guizzano da un albero all’altro, oppure appaiono come teste prive di corpo, “facce” quindi, con lunghi capelli ondeggianti. Normalmente queste creature si mostrano benevole, a patto di essere pacificate con l’offerta di un po’ di tabacco oppure con della farina di mais. Talvolta essi possono manifestarsi in sogno al cacciatore e da questi sogni si pensa che abbiano avuto origine le prime maschere che le raffigurano.

 

 

 

 

Maschera di Faccia Falsa scolpita nel legno prima di essere estratta dal tronco (Museum of the American Indian, Washington D.C.)

  faccia falsa intagliata
     



Il legame delle Facce False con gli alberi è reso evidente dalla tradizione secondo la quale, idealmente, le maschere dovevano essere ricavate scolpendo il legno di un albero vivente di tiglio americano (Tilia americana), seguendo una procedura fortemente ritualizzata. Si pensava in tal modo che, dopo aver fatto un’invocazione e un’offerta all’albero, lo spirito della foresta sarebbe penetrato nella maschera, permeandola del suo potere (Fenton 1987: p. 206-210).
I danzatori mascherati agitano i loro sonagli, foggiati con il carapace della tartaruga acquatica, e li strofinano contro tronchi d’albero o sulle pareti in legno delle case, ad imitazione della figura proto-tipica alla quale si ispirano, la grande Faccia Falsa che vive ai margini estremi del mondo, dove funge da guardiano dell’Albero del Mondo che sorge al centro della terra e dal quale egli ottiene il proprio potere.

 

 

 

Un intagliatore di maschere irochese, coadiuvato dai suoi assistenti, è in procinto di scolpire una maschera nel tronco vivo di un albero di tiglio (foto di Arthur C. Parker, 1905)

 

 
 
  Animali Trasformazioni uomo-animale Simboli femminili
  Simboli maschili Simboli vegetali Mondo dei morti
  Selvaggi Follia rituale Cicli stagionali