Le Porte dell'anno. Indiani d'America
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L'ALBERO DEL MONDO

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Decorazioni vegetali  

 

Secondo la mitologia degli Irochesi, alle origini del tempo, quando la terra non era ancora formata e gli esseri umani ancora non erano comparsi, in cielo esisteva un’isola, al centro della quale sorgeva un grande albero. Dai rami di quest’albero sbocciavano continuamente fiori e frutti, ininterrottamente per l’intera durata dell’anno. Ossia, vi era un’abbondanza indefinita, non soggetta ai mutamenti stagionali. Gli esseri che vivevano nel mondo celeste, simili agli umani ma con caratteristiche divine, si nutrivano dei frutti dell’Albero della Vita. Ma il capo supremo del popolo celeste, una sorta di essere divino, decise di sradicare l’albero, creando così un’apertura nel terreno, che metteva perciò in comunicazione il mondo celeste con il mondo inferiore, che avrebbe poi ospitato la terra ma che era ancora a quel momento ricoperto dalle acque. Fu attraverso quel foro aperto nel cielo che precipitò la Donna del Cielo, la quale venne sorretta dagli uccelli acquatici, che l’avrebbero deposta sul dorso della Tartaruga. Questo episodio costituisce l’esordio del racconto di origine del mondo, poiché, a partire dal guscio della tartaruga si formerà l’intera superficie della terra, condizione necessaria affinché l’umanità potesse apparire e prosperare (Parker 1912).

 

 

Borsa a tracolla con ricami che riproducono motivi floreali, realizzata dagli Ojibwa verso la fine del XIX secolo (Baltimore Museum of Art)

 


Secondo gli Irochesi un altro Albero del Mondo esisteva invece sulla terra e veniva descritto come un grande albero di pino, oppure di olmo, che si trovava al centro della superficie terrestre. I suoi rami superiori raggiungevano la volta celeste e la trapassavano, mentre le sue radici si estendevano fino alle acque del mondo sotterraneo. Questa concezione è molto simile a quella che si ritrova tra gli antichi Germani settentrionali, a proposito del grande frassino Yggdrasil. Il profeta irochese Deganawidah, al quale si deve il primo sforzo per creare la Confederazione Irochese, ebbe un sogno nel quale vide un grande Albero della Pace, sotto i cui rami potevano ritrovarsi pacificamente le cinque nazioni irochesi per dirimere le controversie tra loro e creare le premesse per un’interazione pacifica. Il concetto cosmologico di Albero del Mondo venne così reinterpretato come metafora politica per la costruzione di un’alleanza intertribale (Lynch 2010: p. 116).

 

Wampum, cintura di conchiiglie

 

Cinture di wampum, oggetti cerimoniali realizzati con conchiglie e utilizzati come doni in occasione della stipula di trattati e come documenti che testimoniavano eventi storici importanti. L'esemplare in alto è chiamato Washington Covenant Belt poichè venne donato dagli irochesi al presidente George Washington nel 1794 per la ratifica di un trattato. La cintura al centro è invece denominata Hiawatha Belt, dal nome di Hiawatha, il fondatore della confederazione irochese. Al centro è raffigurato l'Albero della Pace, reinterpretazione dell'Albero del Mondo, mentre i quadrati ricordano le nazioni che compongono la Lega (gli esemplari originali sono conservati presso la Nazione Onondaga, Nedrow, New York)

 


Il guardiano dell’Albero del Mondo era, secondo la tradizione irochese, la Grande Faccia, un gigante che presiedeva su tutto l’insieme delle Facce False, esseri spirituali che venivano impersonati da personaggi mascherati durante i rituali. Egli strofinava sul tronco dell’albero il suo sonaglio fatto con il carapace di tartaruga, ottenendo in questo modo il potere trasmesso dall’albero, un gesto che veniva imitato dai danzatori mascherati durante la celebrazione della Cerimonia d’Inverno (Parker 1912).

 

Borsa ricamata con il motivo dell'Albero della Vita

 

I due lati di borsa ricamata di fattura irochese, che mostra il motivo dell'Albero del Mondo affiancato da due uccelli (collezione privata)

 

 

 

 
 
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