Le Porte dell'anno. Indiani d'America
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DONNA-BISONTE

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Un racconto mitico dei Lakota narra di come un giovane si fosse allontanato alla ricerca di cibo durante la stagione invernale, quando la sua gente si trovava in ristrettezze e soffriva la fame. Grazie all’aiuto di una vecchia (wakanka) e di un vecchio (wazi), i passi del giovane sono indirizzati verso una caverna, nella quale egli trova una giovane donna. Questa prende il ragazzo come suo sposo e lo guida all’interno della caverna, dove vivono i bisonti. Essi danzano e insegnano al giovane il modo seguito dai bisonti per venerare il sole e per ottenere dall’astro quello che desiderano. Ritornato dal suo popolo, il giovane insegnerà loro come fare voto di celebrare una danza di fronte al sole, il rituale della Danza del Sole, al fine di ottenere la carne degli animali. La donna-bisonte guiderà la gente del suo sposo nei luoghi dove potranno trovare e cacciare numerosi bisonti (Walker 1917: p. 212-14).

 

teschio rituale di bisonte

 

Teschio di bisonte dipinto con simboli cosmologici, utilizzato nella Danza del Sole dei Lakota (Crazy Horse Memorial Visitor Center, South Dakota)

 

Un elemento ricorrente in questo genere di racconti è il ruolo di mediatrice che svolge la donna nel rapporto tra uomini e animali: che si tratti della donna rapita da un bisonte feroce e minaccioso, della donna-bisonte che si unisce in matrimonio a un essere umano, della personificazione dello spirito del bisonte che si manifesta alla società umana per creare un legame di scambio e di benevolenza reciproca, il legame fra bisonte e femminilità è una caratteristica posta fortemente in evidenza. La figura esemplare, a questo proposito, è sicuramente Ptehincalasanwin, la Donna Vitello di Bisonte Bianco, inviata dal popolo dei bisonti per recare in dono la Pipa Sacra e le istruzioni per la conduzione delle cerimonie sacre ai Lakota. La sua manifestazione al tempo stesso come giovane e bella donna e come bisonte femmina rappresenta il profondo legame che unisce il bisonte alla dimensione femminile (LaPointe 1976: 24-26). Gli informatori lakota di Walker dichiaravano esplicitamente che il bisonte aiuta le donne ad avere molti bambini e protegge le giovani donne (Walker 1980: 67, 124). La striscia di pittura rossa che le donne si ponevano sulla partitura dei capelli era chiamato il “segno del bisonte”. Sembra che l’energia riproduttiva incarnata dal bisonte, che garantiva la proliferazione degli animali, si riversasse sul mondo umano grazie all’intermediazione della donna e della sua capacità generativa.

 

Donna Mandan

 

Ritratto di giovane donna Mandan. Si può notare la scriminatura dei capelli dipinta di rosso denominata "il segno del bisonte". Dipinto di George Catlin realizzato intorno al 1832 (Smithsonian American Art Museum, Washington, D.C.)

 

La figura della Donna Bisonte Bianco rende esplicita la sostanziale unità che lega gli uomini ai bisonti, entrambi originati nel mondo sotterraneo, nel ventre della Terra, la “madre” e “nonna” di tutti gli esseri viventi. In virtù del suo legame con la fecondità e la crescita, il bisonte si trovava quindi strettamente legato al mondo femminile. Non va trascurato il fatto che la gestazione del bisonte è di nove mesi e mezzo, molto simile a quella della donna, e il periodo del parto si colloca tra la tarda primavera e la fine di giugno (Roe 1970, vol.1: 94), la stagione in cui si svolgevano le principali cerimonie, tra cui la Danza del Sole (Comba 2012).
Tra gli Arapaho la Donna Bisonte Bianco è il titolo con cui si indica la leader della società femminile del Bisonte. La società era impegnata nella conduzione di rituali che assicurassero il successo nella caccia e impiegava per questo fine un fischietto, il cui suono avrebbe dovuto attirare i bisonti. I Mandan praticavano alcune cerimonie invernali che erano connesse con la Società del Bisonte Bianco e si svolgevano nel periodo in cui i giorni sono più corti (il solstizio invernale). Questi riti si fondavano sulla visione in cui un sognatore aveva ottenuto un messaggio dai bisonti, in cui si preannunciava l’arrivo di due bambini-bisonti che gli animali offrivano in dono agli umani: uno di questi sarebbe fuggito, mentre l’altro sarebbe stato mantenuto nel villaggio. La società era composta da donne che avevano già superato la menopausa e la danza rappresentava il ritorno dei bisonti, si pensava infatti che queste donne avessero particolari poteri riguardanti la crescita degli orti e la caccia.

 

Danza donne Mandan

 

Illustrazione di Karl Bodmer che mostra una danza delle donne Mandan appartenenti alla Società del Bisonte Bianco. Al centro, avvolta in un mantello di bisonte bianco, la donna leder della Società (da: Reise in das innere Nord-America in den Jahren 1832 bis 1834 di Maximilian Prinz von Wied, Coblenz, 1841)

 

 
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