Le Porte dell'anno. Indiani d'America
HOME < riti stagionali

LA DONNA CADUTA DAL CIELO

BACK

Nella sua relazione, redatta nel 1636, il missionario gesuita Paul Le Jeune riporta per la prima volta il mito di origine del mondo, così come l’aveva sentito raccontare tra gli Huroni presso i quali svolgeva la sua opera di evangelizzazione. Il testo che egli trascrive è il seguente:

 

“Essi riconoscono come capo della loro nazione una certa donna che chiamano Ataentsic, che sarebbe, dicono, caduta dal cielo; poiché essi suppongono che i cieli esistessero da lungo tempo prima di questa meraviglia; ma essi non sono in grado di dirvi quando o come questi grandi corpi sono stati tratti dagli abissi del nulla. Essi ritengono, inoltre, che al di sopra dell’arco del cielo ci fosse, e ci sia ancora, una terra come la nostra, con boschi, laghi, fiumi e campi e con gente che vi abitava. Non c’è accordo sul modo in cui questa fortunata discesa avvenne. Alcuni dicono che, un giorno, mentre lavorava nel suo campo, la donna scorse un orso; il suo cane incominciò a inseguirlo e anche lei lo seguì. L’orso, vedendosi braccato da vicino, e cercando di evitare i denti del cane, cadde inavvertitamente in una buca e il cane lo seguì. Ataentsic, avvicinandosi al precipizio, vedendo che né l’orso né il cane erano più visibili, mossa da disperazione si buttò anch’essa giù. Tuttavia, la caduta risultò più favorevole di quanto non avesse immaginato, poiché cadde in acqua, senza subire danni, sebbene fosse incinta. Dopo di che le acque a poco a poco si asciugarono, apparve la terra e divenne abitabile” (Jesuit Relations, vol. 10: p. 127).

 

nascita terra.Mito

 

Dipinto ad olio di Ernest Smith, dal titolo "Sky Woman", del 1936, che illustra il mito Irochese della donna caduta dal cielo (Rochester Museum and Science Center)

 

Secondo il mito la terra delle origini è una distesa completamente ricoperta dalle acque: il mondo superiore è un mondo abitato da persone divine simili agli umani, organizzate in sistemi sociali e gruppi di parentela, con capi e sciamani, tra le quali però la morte era ancora sconosciuta. Nel mondo inferiore esistevano solo alcuni esseri, simili per molti aspetti agli umani, ma dalla forma animale: uccelli acquatici e quadrupedi che vivevano nelle acque. Secondo varie versioni, un gruppo di uccelli, oche oppure strolaghe, si pone sotto alla donna, durante la caduta, e ne attutisce l’atterraggio sul dorso di una grande tartaruga. Poi alcuni animali si tuffano nelle acque per cercare di raggiungere il fondo e portare alla superficie un piccolo grumo di terra. È il rospo a riuscire nell’impresa e a fornire il primo nucleo che, con successive estensioni, produce la distesa  della superficie terrestre. La donna è incinta di due gemelli, che sono i protagonisti della prima fase della storia mitologica degli Huroni-Irochesi, uno dei quali è benevolo e creatore: è opera sua la creazione degli animali e delle piante utili, mentre l’altro è malevolo e distruttore e dà origine a mostri e animali pericolosi. L’opposizione tra i due gemelli non deve tanto essere intesa in termini morali (buono/cattivo) come tesero a fare i missionari, quanto piuttosto come espressione delle forze antagoniste e complementari della natura. La donna muore dando alla luce i suoi bambini; dal suo corpo hanno origine le principali piante commestibili su cui si fonda l’alimentazione e il benessere delle popolazioni native: il mais, le zucche e i fagioli. Il fatto che tra gli Irochesi uno dei nomi di questa prima donna sia Awenhai, che significa “Terra Fertile” (Johansen-Mann 2000: p. 86) è abbastanza eloquente circa il significato di questo personaggio, che rappresenta la fertilità della terra, che viene trasferita dal mondo divino superiore al mondo terrestre, popolato dagli umani.

L’isola di Mackinac, sul lago Huron, presso lo stretto che divide le acque di questo lago da quelle del lago Michigan, secondo gli Ojibwa ricordava, per la sua forma, la prima estensione di terra formatasi sul dorso della tartaruga primordiale. Il nome dell’isola deriva dalla forma francese Michilimackinac, che a sua volta riprendeva un’espressione della lingua ojibwa che significava “Grande Tartaruga”.

 

 

Veduta dell'isola di Mackinac, Michigan

 


 
 
  Animali Trasformazioni uomo-animale Simboli femminili
  Simboli maschili Simboli vegetali Mondo dei morti
  Selvaggi Follia rituale Cicli stagionali